Dopo un po’ di anni, riesco a vedere quel giorno. Eccolo! Apparso come una lama di luce calda, quasi al tramonto. Per spartire il tempo e noi. Oggi mi siedo su questa trave gialla, dando la schiena alla sabbia secca. Chiara e rassicurante. Con i granelli che sgusciano via dai piedi, a coprire quasi subito le tue orme. Quelle lievi che ti assomigliavano tanto.
La mia sabbia è quest’altra. Da un po’. Questa qui, scura e compatta. Appiccicosa e piena di ricordi; li senti come minuscole edere attaccate alla pelle. Questa qui, dove le onde disegnano in ogni momento una linea diversa, tracciano un grafico e se ne vanno per poi tornare e farne uno nuovo. A volte armonico, altre no. Una gomma d’acqua che cancella curve, cerca di farti una carezza e poi scompare. L’infinita risacca glicemica.
Ho oltrepassato quel giorno. Quello che a volte fa da scudo. Quello che tornerà ogni anno, come un chiodo in viaggio nelle vene che sistematicamente, in quella data, ti si ferma in gola. O solo sotto forma di un immancabile, minuscolo apostrofo in quello che c’era e quello che c’è.
Irida Cami
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