Siamo bravi.
Siamo bravi quando riusciamo.
Ad accettare che le cose non dipendono solo da noi.
A continuare a impegnarci senza escludere, nello stesso tempo, un certo fatalismo.
Non è facile e non è immediato. A volte ci vuole quasi una vita, una vita di diabete 1, intendo.
E allora puoi sopportare che in una bella mattina di sole, con la finestra che ti offre il futuro in un piatto, un’unità in più o in meno (ma in più è in meno di cosa? di ieri? della teoria? della formuletta? dei calcoli?) ti svolti la glicemia nel peggiore dei modi, rendendo storto ciò che poteva essere liscio, rendendo acuto ciò che poteva essere piatto.
Siamo bravi.
Siamo bravi quando riusciamo, intendo.
Quando non sbattiamo la testa contro il muro o non ci copriamo gli occhi di amarezza se le energie che sembravano sufficienti per affrontare la giornata si prosciugano di primo mattino, perché magari lo zampino degli ormoni, o una caloria di troppo, o una fatica imprevista trasformano un auspicato 150 in un 300 incallito.
Siamo bravi, soprattutto dal momento del percorso in cui veniamo a sapere che le soluzioni facili non esistono.
Siamo bravi, soprattutto quando ci proviamo senza riuscire del tutto.
