Ogni tanto si hanno delle illuminazioni.
Di cui faresti anche a meno, semmai, ma tant’è, arrivano.
La mia mattinata del sabato ha avuto un imprevisto piuttosto sgradevole. La conseguenza è stata una glicemia che ha toccato in verticale il 300 per poi scendere a picco in una ipoglicemia irrimediabile e risolvibile nell’arco delle ore successive solo a fatica.
E non c’è niente di illuminante in questo, né di luminoso. Malessere e frustrazione, piuttosto.
Il punto è stato un altro: la certezza assoluta che tutto ciò sta nelle regole della mia vita.
Mi sono resa conto di non provare nessun moto di ribellione, né nessuna forma di sgomento o di amara sorpresa.
Come giocare a Monopoli sapendo a memoria tutte le sfumature degli ‘Imprevisti’.
Forse ho vissuto uno di quei momenti che la gente etichetta sotto il termine di ‘accettazione’. Forse è questo allora ciò di cui si parla: rendersi conto che la linea tratteggiata- zigzagata- ondulata- curva- dritta su cui ti devi muovere è, effettivamente, il tuo perimetro, lo spazio vitale entro cui tutto si svolge.
E forse 32 anni di diabete di tipo 1 servono a questo, ad alleggerirti un po’ la mente con lampi di illuminazione non richiesta…
