Sì, lo ammetto, sono distratta, mi cadono le cose dalle mani, combino pasticci uno dietro l’altro, cado e mi rialzo con una disinvoltura invidiabile, batto la testa ovunque, come se non ci fosse un domani. Pensate che da piccola i miei cugini mi tenevano il punteggio di quello che rompevo o facevo cadere. Una volta a Natale, subito dopo essersi complimentati perché stranamente non avevo combinato danni a tavola, mi alzo, inciampo alla sedia, e precipito para para sopra il presepe che mio zio aveva appena finito di allestire. Però lo giuro, quando maneggio il micro, ci sto sempre molto attenta, almeno fino all’altro giorno insomma.
L’altra mattina mi alzo, preparo la colazione e mi siedo, faccio una piccola premessa, considerate che per le prime due ore il mio corpo va per forza di inerzia, mentre la mia mente forse è ancora sul cuscino, diciamo che ci metto un pochino a carburare. Dovevo fare il bolo quindi con la mano destra, sfilo il micro che era agganciato al pantalone del pigiama, ma inavvertitamente urto il gomito contro il tavolo. Avete presente quando beccate proprio quel punto del gomito, che ti dà quel dolore tipo scossa, che ti arriva al cervello? Ecco, io ho beccato proprio quel punto!!! Mentre me la prendevo con i parenti defunti del tavolo e col brav’uomo che l’avesse costruito, per via della scossa mi si apre la mano e mi scivola il micro. Così, sempre con la mano destra, pure dolorante, e un po’ a naso, tento di recuperarlo, ma non dimenticate che io non ci vedo, quindi il livello di difficoltà è altissimo. Sbaglio decisamente il tiro, lo colpisco troppo forte e il micro parte verso l’alto. A questo punto con la mano sinistra stavolta, riesco ad afferrare il catetere, il micro mi rimbalza nella mano destra io la richiudo in fretta ma quello mi sguscia via tipo saponetta, insomma, riesco nuovamente ad intercettarlo con la mano sinistra, lo tiro verso di me, il micro mi rimbalza violentemente sulle tette, mi cade sulle gambe, e finalmente lo afferro con le ginocchia… in quel preciso istante ho pensato, qui se non mi chiama il circo Togni, mi fanno fare di sicuro il remake di “Furia cieca”. A quel punto, come ogni artista dopo la sua esibizione, mi sono alzata, sono andata al centro della stanza, e ho fatto l’inchino. E dovete credermi l’ho fatto davvero.
La sera, quando è tornato il mio compagno, gli ho raccontato per intero la mia esibizione, e lui ha sospirato e mi ha detto:” beata te che sei cretina!!!”
PS : comunque, un grazie speciale, va alle mie tette, perché se non fosse stato per la mia quarta, a quest’ora sarei al pronto soccorso per trauma toracico.