Piccoli frammenti

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Riaffiora a volte, e il ricordo è così lieve, quando mi riporta piccoli frammenti di quella giovane donna,  caotica  e colorata, e  tutto era palpabile, concreto e semplice. Poi un  fumo denso, impenetrabile e soffocante. E  pungenti  come aghi, riemergono anche frammenti di quel giorno, del giorno in cui ho capito. Perché già lo sapevo, ma fingevo di non sapere, di non capire che era successo davvero: lui mi aveva portato via luce e colori. E quel fumo denso ce l’avevo negli occhi e mi ripetevo: “dormi Annalisa, devi solo dormire”.  Ho dormito per giorni e quando mi sono svegliata era già  aprile. Ho aperto la finestra, e ho sentito che c’era, il sole, nonostante tutto c’era  ancora, era tiepido e morbido, e mi accarezzava il viso. E poi, frammenti di lei, di  Annalisa,  che passava le sue giornate in macchina,  che ballava da quando aveva otto anni, i suoi disegni, sparsi ovunque per la stanza, attaccati ai muri, Il suo quadernino. E la sua penna, che portava sempre con sé, per scrivere qualunque cosa le  venisse in mente. Così ho deciso: l’avrei mandata via. Potevo  scegliere di  restare  aggrappata  al ricordo di lei e continuare a dormire, o svegliarmi, e ricominciare  da capo, ma senza di lei, perché quello che era e non poteva più essere mi avrebbe uccisa. Ho svuotato la stanza e il mio cuore da ogni traccia di lei, ho chiuso tutto in una scatola, insieme al mio dolore, e senza darle una spiegazione l’ho mandata via. E adesso sono un’altra Annalisa, diversa da quella che ero, perché adesso ho imparato, adesso lo so. So che puoi  vedere un sorriso con le dita, puoi capire che il sole può toccarti, puoi imparare che la pioggia e la grandine hanno un profumo diverso, puoi sentire un alba o un tramonto soltanto respirandoli, ed essere comunque devastata dalla loro bellezza. E puoi ricordare quel suono, senza nessuna immagine che lo richiami, solo il suono di due parole in mezzo a tante parole, il meraviglioso suono di quel “ti amo” la prima volta che quella voce, la più bella che abbia mai sentito, la  voce di lui, lo  ha  pronunciato…

Diabete e bambino. Cosa succede quando mangiamo? La vera storia del cibo dalla bocca agli zuccheri, grazie al lavoro di Fata Insulina.

Da Padre a padre, dico grazie all'autore per aver fatto sorridere la mia bambina. Ci ha relagato uno sprazzo di magia

Ho pianto nel vedere la mia bimba felice  di leggere di una bimba come lei
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