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FreeStyle Libre 3, il sensore che sa di futuro

Sembra che Abbott, la casa farmaceutica statunitense che ha inventato il più piccolo sensore glicemico in circolazione ad oggi, abbia preso alla lettera il proverbio tipicamente italiano: “Non c’è due senza tre“. Dopo aver letteralmente inondato il mercato con il suo sistema Flash Monitoring Glucose FreeStyle Libre e dopo la lenta  avanzata di Libre2, ecco che si appresta a lanciare Libre3.

A settembre del 2020 il nuovo dispositivo ha ricevuto il marchio CE diventando l’oggetto del desiderio di chi usa e apprezza le versioni precedenti del FreeStyle Libre. Vediamo insieme le novità che porterà questo nuovo dispositivo:

Dimensioni

Senza dubbio anche per Libre 3 sembra sia stato seguito il concetto di Ernst Friedrich Schumacher, l’autore del tanto citato saggio economico “Piccolo è bello”. Il nuovo sensore ha le dimensioni di due monete da cinque centesimi messe l’una sull’altra, raggiungendo così il record in confort e portabilità.

L’applicatore ha lo stesso meccanismo delle versioni precedenti; cambiano le dimensioni e il colore.

Abbiamo fatto delle foto comparative con FreeStyle Libre1 e il trasmettitore del Dexcom G6 per dare meglio l’idea del sensore che verrà.

Letture automatiche

Diversamente dalle precedenti versioni, il sistema FreeStyle Libre 3 fornirà automaticamente letture in tempo reale. Ogni minuto il sensore trasmetterà a uno smartphone i valori glicemici e quindi si avranno i relativi allarmi. Per ora nessuna informazione ufficiale della casa farmaceutica parla di un eventuale lettore o della possibilità delle glicemie al polso. Resta il monitoraggio da remoto con LibreLink Up.

Durata

Come i suoi predecessori anche FreeStyle 3 durerà 14 giorni, diventando così insieme al Glucomen Day della Menarini, il più longevo CGM nel mercato. Ovviamente senza prendere in considerazione le pratiche non ufficiali della community che da tempo è riuscita ad allungare la vita dei vari sensori, Libre 1 compreso.

Prezzo

A quanto si sa fino ad ora, Abbott lancerà sul mercato il nuovo sensore “allo stesso prezzo accessibile delle versioni precedenti“, quindi ci aspettiamo un costo che si dovrebbe aggirare intorno ai 60 euro.

 

Diabete e bambino. Cosa succede quando mangiamo? La vera storia del cibo dalla bocca agli zuccheri, grazie al lavoro di Fata Insulina.

Da Padre a padre, dico grazie all'autore per aver fatto sorridere la mia bambina. Ci ha relagato uno sprazzo di magia

Ho pianto nel vedere la mia bimba felice  di leggere di una bimba come lei
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#nonunsensoredimeno

Da pochissimo abbiamo lanciato sui social una campagna che ci sta particolarmente a cuore. Si chiama #nonunsensoredimeno e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave situazione che si sta creando in Sardegna e non solo in relazione alle forniture con sensori glicemici.

Questa volta la nostra campagna, che si sta propagando velocemente, abbiamo deciso di presentarla attraverso un post di Sara Guercini  apparso su Facebook e che riportiamo volentieri. Ci sembra il modo migliore per spiegarla.


Se mi conosci e se mi vuoi bene ti chiedo di spendere 5 minuti e di leggere, commentare e condividere questo post.
É nata un’iniziativa da non sottovalutare. Come molti di voi sanno, sono diabetica da quando ho 2 anni. Siringhe, aghi, ipoglicemia, iperglicemie hanno fatto parte della mia vita fin da piccola. Dio svegliava mia mamma di notte quando andavo in ipo, se non si svegliava lei, mi svegliavo io…
Ricordo 2 episodi notturni poco piacevoli. La prima volta con mia mamma. L’ipo era talmente bassa che se non mi avesse svegliata probabilmente non sarebbe finita molto bene. Ricordo una voce: (no non era mia madre) “Sara tieni gli occhi aperti altrimenti te ne vai“.
Circa un anno fa é stato mio marito a salvarmi la pellaccia. Ma questa volta grazie al sensore. Dormivo. Suona l’avviso. Ero solo 79, tutto bene, prendo due zuccheri e torno a dormire. In pochissimo tempo scendo sotto i 40 ma ero stanca e questo ha fatto sì che io non mi svegliassi più. Finché non è arrivato mio marito che mi ha immediatamente svegliato e dato una Coca Cola. Non capivo niente. Mi sembrava di essere sveglia ma svenuta. Lo so, sensazione strana. Pian piano la glicemia è salita e mi sono ripresa…
Ancora oggi muoiono bambini per mancato diagnosticato diabete. Pietrificante soprattutto perché costa pochi centesimi misurare la glicemia e ci vanno pochissimi secondi.
Grazie alla scienza oggi ci sono dei sensori che misurano la glicemia e ti avvisano quando le cose non stanno andando bene.
Ora mettetevi nei panni dei genitori.
Immaginate che le emozioni hanno un impatto devastante sulla glicemia e pensate al primo giorno di scuola di un bimbo diabetico di 6 anni, o peggio ancora di uno bimbo di 3 anni all’asilo. Pensate i genitori in che stato di angoscia possono vivere. Il mio primo giorno di scuola é stato un incubo: “mi raccomando maestre, si sa gestire, lasciatela mangiare quello che ha nello zaino, lei se cosa fare
Cos’hanno capito?! Na mazza!
No! Tu sei diabetica, non puoi mangiare!” (quanta ignoranza!). Ipoglicemia. Pianto isterico. Ricordo ancora la bidella che mi teneva sulle ginocchia. Ricordo mia madre con il furgone rosso, arrivare quasi in derapata, tirare il freno a mano, lanciarsi dal furgone spalancare una porta, scale di corsa, spalancare l’altra porta aprirmi la bocca e rifilarmi lo zucchero. La mia salvezza.
Che voglia il giorno dopo di tornare a scuola eh?!
Ma torniamo a prima… Questi sensori hanno una furbata colossale. C’è la possibilità, per mariti, genitori ecc di ricevere in diretta le glicemie sul cellulare. A cosa serve? Beh noi diabetici, soprattutto la notte, ma non solo, non ci rendiamo sempre conto dell’ipoglicemia che può portare coma con relativi problemi cerebrali fino alla morte.
Ora. Questi sensori ci sono. Io li ho. Ne ho sempre. Se li finisco chiamo il mio diabetologo che me li prescrive e in qualche giorno arrivano.
In Sardegna no. Beh, la Sardegna è solo uno degli esempi! Ci sono bambini che hanno 2 sensori al mese, se va bene. Ne servono almeno 3 o 4, dipende dal tipo.
Sono bimbi di serie B?! Ma poi la follia è che la Sardegna ha il maggior numero di diabetici rispetto alle altre regioni d’Italia.
Sono arrabbiata, sono indignata.
Aiutami a lanciare questo grido!
Sono dispositivi salvavita!!

SALVAVITA!
TUTTI NE HANNO DIRITTO!

Sara Guercini

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Libre Sense di Abbott: glicemia in continuo, ogni minuto

Il nuovo biosensore, pensato per gli sportivi e già calibrato in fabbrica, non ha bisogno di essere "strisciato" (e non servono MiaoMiao, Bubble o BluCon).

Anche se il mondo sembra fermo, alle prese con la pandemia, nel settore dei sensori glicemici c’è un grande, grandissimo fermento. Tra i nuovi dispositivi – alcuni dei quali li stiamo già provando in DeeBee grazie alla disponibilità dei nostri collaboratori – è apparso un vero e proprio ibrido. Si tratta di Libre Sense, un biosensore per sportivi normoglicemici prodotto dalla Abbott con caratteristiche molto interessanti: monitoraggio continuo in tempo reale, aggiornamenti automatici dei dati glicemici ogni minuto, nessuna necessità di calibrazione per  i 14 giorni di durata.

Abbiamo chiesto e ottenuto dalla Abbott Italia un’intervista esclusiva per capire meglio ogni dettaglio e caratteristica di questo nuovo prodotto.

Da poco in Italia è stato lanciato Libre 2 che sembra già “vecchio” se rapportato con questo nuovo sensore. Come mai si è pensato a un prodotto non per uso medico, ma solo sportivo? Uno sportivo perché dovrebbe usare un sensore glicemico?

Abbott sta ampliando l’utilizzo della propria tecnologia rivoluzionaria di rilevamento del glucosio nell’ottica di andare incontro alle esigenze di sempre più persone, in diversi modi. Il monitoraggio e la comprensione dei livelli di glucosio consentono agli atleti di alimentarsi in modo appropriato aiutandoli ad evitare l’affaticamento dovuto a un basso livello di glucosio e di sapere quando reintegrarsi durante l’allenamento o la competizione per mantenere le massime prestazioni.
Il Biosensore Libre Sense e FreeStyle Libre sono progettati ed indicati per usi e scopi diversi: il Biosensore Libre Sense è un prodotto a uso non medicale che non è indicato per l’utilizzo nella diagnosi, nel trattamento o nel monitoraggio del diabete. È un prodotto che permette il monitoraggio del glucosio agli atleti (dai 16 anni in su) ed è quindi indicato solo per uso sportivo. Tutte le versioni di FreeStyle Libre (incluso FreeStyle Libre 3) sono, invece, indicate per le persone che convivono con il diabete.

Esternamente è identico al FreeStyle Libre, il sensore usato dalle persone affette da diabete?

Il Biosensore Libre Sense è simile al sensore FreeStyle Libre e si basa sulla stessa tecnologia wired-enzyme di FreeStyle Libre. Il biosensore viene applicato sulla parte posteriore del braccio con l’ausilio di un applicatore. Il piccolo biosensore usa e getta (delle dimensioni di una moneta da 2 euro) misura il glucosio e può essere indossato fino a 14 giorni. Come già precisato, sono prodotti progettati ed indicati per usi e scopi diversi: il Biosensore Libre Sense non è indicato per l’utilizzo nella diagnosi, nel trattamento o nel monitoraggio del diabete. Il Biosensore Libre Sense offre il monitoraggio del glucosio agli atleti (dai 16 anni in su) ed è quindi indicato solo per uso sportivo. Tutte le versioni di FreeStyle Libre (incluso FreeStyle Libre 3) sono, invece, indicate per le persone che convivono con il diabete.

 L’algoritmo e il MARD sono gli stessi di Libre 2 o Libre3?

Libre Sense si basa sulla stessa tecnologia wired-enzyme utilizzata da FreeStyle Libre. Il Biosensore Libre Sense è clinicamente testato per essere accurato, stabile e coerente fino a 14 giorni. Il Biosensore Libre Sense non è pensato per diagnosticare, trattare o monitorare patologie.

Sarà necessario (o possibile) calibrarlo?

Il sensore è calibrato in fase di produzione, quindi non è necessario calibrarlo.

Cosa vuol dire che il sensore verrà usato in combinazione con un’app o “un prodotto partner compatibile”?

Libre Sense di Abbott, biosensore del glucosio per uso sportivo, è progettato per essere compatibile con l’app mobile di Supersapiens che indicherà i livelli di glucosio, trend e misurazioni sull’esposizione al glucosio e sulla stabilità fornendo informazioni a supporto di un’alimentazione più corretta e di prestazioni ottimali per gli atleti.

 Questo sensore ha una peculiarità vincente: valore glicemico ogni minuto trasmesso a uno smartphone senza scansioni obbligatorie. Sarà questo il futuro anche per il FreeStyle Libre?

Molti utenti di Freestyle Libre/Freestyle Libre 2 trovano beneficio nella scansione perché li mantiene attivamente impegnati nel monitoraggio dei propri livelli di glucosio e delle tendenze, che li aiuta a massimizzare il proprio tempo di autonomia.
Con la tecnologia Freestyle Libre e quello che abbiamo appreso, stiamo guidando il dibattito sulla tecnologia di rilevamento. Innoviamo ogni giorno per portare i benefici di questa tecnologia a più persone.

Nella presentazione leggiamo che è studiato esclusivamente per uso sportivo e che il range sarà da 55 a 200? Secondo voi sarà possibile usarlo anche da tanti diabetici che tengono la glicemia sotto controllo?

Libre Sense di Abbott non è pensato per l’utilizzo nella diagnosi, nel trattamento o nella gestione del diabete. È un prodotto a uso non medicale che fornisce il monitoraggio del glucosio agli atleti (dai 16 anni in su) ed è indicato solo per uso sportivo.
Il biosensore misura il glucosio tra 55 e 200 mg/dL per uso atletico e FreeStyle Libre è indicato per le persone che convivono con il diabete e il sensore misura il glucosio tra 40-500 mg/dL.

Che differenza c’è con Libre 3 e quali sono i tempi di arrivo in Italia di quest’ultimo?

Il Biosensore Libre Sense e FreeStyle Libre hanno indicazioni d’uso diverse e sono progettati in modo diverso per scopi differenti; Libre Sense è un prodotto a uso non medicale e non è indicato per l’utilizzo nella diagnosi, nel trattamento o nel monitoraggio di una malattia/patologia. Tutte le generazioni di FreeStyle Libre (incluso FreeStyle Libre 3) sono indicate per le persone affette da diabete.
Libre Sense non è compatibile con nessuna app o lettore per il diabete.

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EDropletNFC, l’app per Android che riavvia il sensore FreeStyle Libre 1

Un tempo le pratiche, talvolta non ufficiali, di riavvio del sensore e controllo in continuo della glicemia erano prerogative della concorrenza. Oggi, invece, anche il mondo di FreeStyle Libre è destinato a compiere gli stessi passi. Sembrerebbe quasi che ci sia dietro il Karma. In realtà invece, tutto ciò è opera di alcuni programmatori, che mettono a disposizione i loro talenti per la community.

La procedura che stiamo per presentarvi serve a “riavviare” il sensore glicemico FreeStyle Libre 1. Ovviamente, noi di DeeBee.it ne scoraggiamo l’utilizzo in quanto questo dispositivo è testato e garantito per un uso di 14 giorni, passati i quali il “bottone bianco” va buttato e sostituito con un altro, previo pagamento di 59,90€ (a meno di forniture ASL). Tuttavia, è notizia certa la nascita di un’app in grado di resuscitare il sensore, facendolo durare anche ben oltre le canoniche due settimane e, in quanto sito di divulgazione di tecnologie a tema diabete, è nostro compito parlarne. Ricordatevi, come al solito, di confrontarvi con il vostro diabetologo e, soltanto a fronte di un suo parere favorevole, di utilizzare app non autorizzate dagli organi preposti. Cogliamo anche l’occasione per ribadire che queste pratiche non posso essere utilizzate per prendere decisioni terapeutiche.

Guida al riavvio del FreeStyle Libre 1

di Marco Pareschi

Scarichiamo l’app EDropletNFC da qui.

Piccola premessa, per poter funzionare bisogna verificare che il proprio telefono supporti il protocollo NFC, cosa che oramai quasi tutti gli ultimi prodotti supportano.

Come dichiarato dalla sviluppatore la funzionalità del prodotto dipende dal telefono stesso, non è detto che qualora il vostro telefono supporti tale funzionalità il software funzioni correttamente.

Tuttavia, è disponibile un elenco di telefoni testati dallo sviluppatore in continuo aggiornamento.

Personalmente ho testato il prodotto sul mio Huawei P30 Pro e funziona bene.

Bene… Avviamo l’app:


Ci troveremo questa schermata.
Clicchiamo sulla prima voce READ.
Ed avviciniamo il telefono al sensore: dovrebbe fare due vibrazioni abbastanza vicine (con la prima sente il sensore, con la seconda ha letto i dati).

Vi dovrebbe restituire questo schermata:

Qui trovate tutti i dati del vostro sensore.
La voce Age indica da quanto tempo è attivo il sensore in minuti, ore e giorni.
I dati sopra sono i dati identificativi del sensore a livello hardware per cui poco ci interessano.
Ci dice che nel mio caso il sensore è ancora attivo e che è possibile passare alla fase 2 il “Re-INIT”.
A questo punto clicchiamo sul secondo pulsante Re-INIT
E si presenterà questa schermata:

Qui in pratica ci dice che abbiamo riportato il sensore allo stato originario in fase di pre attivazione, come fosse nuovo.

Da questo punto in poi, la mia esperienza è solo legata all’App LibreLink. Se invece utilizzate solo il lettore FreeStyle, da questo status basta leggere il sensore con il lettore ed automaticamente dovrebbe vedervelo come uno nuovo ed avviarlo.
Se provate invece da app LibreLink, vi darà un errore di lettura.
Nessun problema: questo capita perché l’app salva sul telefono l’ID del vostro sensore e riconosce che quel sensore è già stato utilizzato e non ce lo fa riavviare.

A questo punto clicchiamo sulla pulsante ACTIVATE
In questo modo forziamo il sensore a riavviarsi, e come si vede nelle schermata ci dice: “Wait 60 minute for warmup” ovvero “Attendi che il sensore si riscaldi per 60 minuti”.

Atteso questo tempo, potremmo leggere nuovamente il sensore anche dalla nostra App LibreLink ma, come vedrete, il sensore non avrà i classici 14 giorni rimanenti, ma solo quelli rimasti dall’ultima lettura in quanto, come ho detto prima, sul telefono vengono salvati i dati del vostro sensore e l’App se lo ricorda!

Ma non demordiamo, poiché a tutto ciò possiamo porre rimedio, cancellando la memoria all’app. Per fare ciò, basta andare su impostazioni del telefono, alla voce App

Di nuovo voce App

Selezioniamo LibreLink

Selezioniamo Memoria

E per ultimo selezioniamo Cancella Dati

Riavviamo ora l’app LibreLink sul telefono.

Dato che poco fa abbiamo cancellato la memoria dell’app, questa ci chiederà di entrare nuovamente nel nostro account Abbott LibreLink ed il sensore verrà di nuovo letto per tutta la sua durata.
ATTENZIONE: facendo così, ovviamente perderete tutti i dati presenti sull’APP e lo storico delle scansioni, ma nessun problema, le potrete tranquillamente ritrovare all’interno del vostro account online.

Per ogni dubbio, sarà sempre a disposizione anche il manuale di EDropletNFC.

Spero di esservi stato utile!! A presto!!

Diabete e bambino. Cosa succede quando mangiamo? La vera storia del cibo dalla bocca agli zuccheri, grazie al lavoro di Fata Insulina.

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Arriva GlucoMen Day CGM, il sensore glicemico green

Un po' Libre e un po' Dexcom, ha tutte le carte in regola per competere con gli altri big.
In casa DeeBee, che non era chiusa per il lockdown, è arrivato GlucoMen Day® CGM della Menarini, il nuovo promettente dispositivo che si affaccia senza timore nel panorama dei sensori glicemici a monitoraggio continuo. Come da tradizione lo proveremo sia in solitaria sia in parallelo con altri sensori per capire meglio le peculiarità del prodotto.
Abbiamo ricevuto un kit completo che, diversamente da quasi tutti gli altri prodotti simili, contiene in gran parte componenti riutilizzabili e di lunga durata.

Il kit

Vederlo durante l’illustrazione video che ci è stata fatta o sulla carta è un conto. Averlo tra le mani e renderci conti delle dimensioni e caratteristiche esterne del sensore, è altra cosa.

Il kit contiene:

  • Una scatola con due sensori, due cerotti di rinforzo e due salviette per detergere la pelle e migliorare la tenuta.
  • Un glucometro GlucoMen e le relative strisce reattive, utili per le calibrazioni giornaliere, che possono essere trasferite automaticamente via Bluetooth al cellulare che funge da ricevitore. Per ogni sensore c’è una scatola da 25 strisce inclusa (e questo non è un dettaglio trascurabile dato che sovente a fronte della prescrizione di un sensore, le ASL diminuiscono drasticamente le strisce prescritte!)
  • Due trasmettitori ricaricabili, la base di ricarica, il cavetto e l’applicatore.
Trasmettitore rivoluzionario

I trasmettitori del GlucoMen Day® CGM sono dotati di una batteria al litio e sono garantiti per cinque anni. Ebbene sì: sono ricaricabili! Per darvi un’idea visiva del suo volume, l’abbiamo messo a confronto con i trasmettitori di altre marche.

Come potete notare, le dimensioni del nuovo arrivato in Casa Menarini sono un ibrido tra il Dexcom G6 (spessore simile ma più corto) e il FreeStyle Libre (larghezza simile ma più spesso).

Ai pazienti vengono fornite due unità in modo che al cambio sensore si potrà avere sempre pronto un trasmettitore carico. Per avere una ricarica completa, che dura comunque oltre ai 14 giorni della vita del sensore, ci vogliono mediamente quattro ore.

Applicatore

Il sistema GlucoMen Day® CGM è nato nel segno del riuso e del rispetto per l’ambiente. I sensori si inseriscono con un apposito applicatore che, come i trasmettitori, è garantito per ben cinque anni. Ha la forma che ricorda quella di un mouse di ultima generazione, oggetto molto familiare e che permette l’applicazione del sensore in autonomia anche in punti difficili. La casa produttrice specifica che il sensore deve essere portato sull’addome, anche se non è controindicato l’uso in altri siti.

Una volta inserito il sensore, resta da gettare soltanto questo componente di plastica.

La grande novità del sistema è la mancanza di un ago guida: il filamento di platino si inserisce sottocute senza “aiuto” evitando così danni ai tessuti e permettendo un riscaldamento di soli 55 minuti per il sensore. La tecnologia usata è quella della misurazione elettrochimica attraverso biosensore. Sebbene questa soluzione preveda ancora la presenza di un filamento sottocute, gli studi clinici che Menarini ci ha illustrato, grafici alla mano, garantiscono un inserimento senza traumi e quasi del tutto indolore.

👉 Novità! Se vuoi scoprire tutte le novità, parlare con chi già usa GlucoMen Day, sciogliere i tuoi dubbi ed essere sempre aggiornato, iscriviti gratuitamente al gruppo italiano dedicato a GlucoMen Day.

Sensori

I sensori GlucoMen Day® CGM hanno una durata di 14 giorni e necessitano di una calibrazione al giorno (tranne il primo giorno di inserimento che di calibrazioni ne servono due). Il MARD dichiarato è 9,9% ed è approvato per pazienti dai 6 anni, per le donne in gravidanza e per i pazienti critici e in dialisi.

Altra peculiarità del sensore consiste nel fatto che il filamento viene innestato nel sottocute non in perpendicolare (come per esempio avviene con FreeStyle Libre), ma a 35° poiché “una maggiore lunghezza consente di analizzare una quantità maggiore di liquido interstiziale e ottenere misurazioni più accurate“.

GlucoMen Day® CGM della Menarini non ha un proprio ricevitore, è sufficiente un cellulare compatibile con l’app proprietaria per avere i valori glicemici che vengono rilevati ogni minuto, le frecce di tendenza, il grafico e i vari report.

L’app, disponibile per Android e iOS, permette la personalizzazione dei vari allarmi, inclusi quelli predittivi. L’unico allarme impossibile da silenziare o ignorare è quello di glucosio molto basso (da 54 mg/dL in giù).

I dati sono condivisibili in tempo reale attraverso un cloud certificato e per l’analisi dei dati è possibile usare  GlucoLog e Diasend.

Prospettive

La domanda che ormai accompagna l’uscita di ogni nuovo device è: integrato con cosa? Quindi, l’abbiamo girata a Menarini…

GlucoMen Day® CGM della Menarini sarà a breve integrato con una  nuova patch pump e precisamente con Eoflow. L’accordo tra le due aziende fa ben sperare che i ritardi, dovuti all’emergenza Covid-19, non spostino l’uscita microinfusore dopo il 2021. Non nascondiamo la trepidante attesa per un prodotto che potrebbe dare un nuovo impulso al settore delle patch, insieme a Omnipod e Solo.

Inoltre, dopo l’estate si prevede la conclusione di un accordo con FitBit che porterà al polso dei pazienti e i loro follower le glicemie rilevate dal GlucoMen Day® CGM.

Insomma tanti elementi che, complice anche il prezzo molto contenuto del dispositivo, rendono questo nuovo sensore una gran bella novità.

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FreeStyle Libre 2, già prescrivibile in Campania

Dopo una lunga attesa sono arrivati anche in Italia “i bottoncini bianchi parlanti” o meglio i sensori FreeStyle Libre2, dotati di allarmi.  Li avete conosciuti in queste pagine del sito per via dei vari test comparativi eseguiti dai nostri collaboratori durante gli ultimi mesi e ora i sensori sono acquistabili dal sito della casa produttrice che “sta lavorando con tutte le altre autorità sanitarie per garantire l’inserimento nelle procedure di acquisto regionali”.

Ad oggi, il FreeStyle Libre 2 è prescrivibile nella sola regione Campania dove, dal 22 aprile il sensore della nuova generazione, è stato incluso nella procedura di acquisto. 

Attualmente in Italia non sono in vendita i lettori per FreeStyle 2 e quindi gli utenti dovranno usare gli smartphone per attivare e usare i sensori con l’apposita app LibreLink.

Come avevamo precedentemente scritto, le due generazioni di sensori si differenziano per:

  • la modalità di trasmissione dei dati (NFC/Bluetooth)

  • la presenza degli allarmi

Le letture del sensore quindi avvengono ogni minuto, ma per sapere l’esatto valore del glucosio bisogna scansionare.

In caso di allarmi non confermati di perdita del segnale, di glicemie sopra o sotto il range impostato, il cellulare abbinato al sensore continua a ripetere l’allarme ogni cinque minuti fino a quando si esegue una scansione che permette di avere il valore dello zucchero nel sangue.

Gli allarmi, i valori rilevati con la scansione e i report possono essere condivisi con altri cellulari collegati con il master attraverso l’app LibreLinkUp.

  • Il MARD (Mean Absolute Relative Deviation – l’indice di errore della lettura glicemica; più è basso, più saranno precise le letture se confrontate con un campione di sangue capillare). La versione FreeStyle Libre 2 presenta un miglioramento anche nell’accuratezza; secondo il produttore, usando l’app FreeStyle Libre Link, raggiunge un MARD del 9,2% (contro 9% complessivo dichiarato per Dexcom G6, 9,4% di Eversense e 8,7% dichiarati per Guardian Sensor 3 che, tuttavia, raggiunge questa accuratezza solo sul braccio per pazienti dai 14 anni con tre-quattro calibrazioni al giorno; accuratezza che scende al 9,6% in caso di sole due calibrazioni giornaliere).

 

Il sensore non è approvato per prendere decisioni terapeutiche e la stessa casa farmaceutica consiglia: “Il test tramite puntura del dito con un misuratore della glicemia è necessario quando i livelli di glucosio variano rapidamente, laddove i livelli di glucosio nel fluido interstiziale possono non riflettere accuratamente i livelli glicemici oppure se il sistema rileva un’ipoglicemia o un’imminente ipoglicemia o quando i sintomi non corrispondono alle letture del sistema”.

Chi fino ad ora ha usato FreeStyle 1 con l’aggiunta di dispositivi intermedi come MiaoMiao, BluCon o Bubble potrà liberarsene ed avere glicemie continue sul cellulare o smartwatch usando solo ed esclusivamente il sensore FreeStyle Libre 2?

La risposta è no. Per poter avere le glicemie continue serviranno ancora i vari piccoli lettori da applicare sopra al nuovo sensore di casa Abbott. Per ora non ci sono previsioni e notizie su eventuali progetti ufficiali in tal senso.

Esistono tuttavia delle procedure non ufficiali che eliminerebbero la necessità del MiaoMiao o simili, permettendo quindi di ricevere i valori glicemici sul telefono senza dover strisciare il lettore sul sensore; ma per motivi legali, il cosiddetto patching della app è fortemente contrastato dalla casa madre e deve comunque essere realizzato in autonomia dall’utente.

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Il Pancreas Artificiale AndroidAPS… funziona!

Questa è l’esperienza promettente (e concreta) di Marco Perrone, paziente e precursore italiano.
Oltre ad essere un amante della tecnologia impiegata in ambito diabetico, Marco amministra con passione, insieme ad Elena Romito, il gruppo dedicato al Pancreas Artificiale fai-da-te AndroidAPS, punto di riferimento in Italia per chiunque voglia conoscere e provare il progetto, già adottato nel mondo da migliaia di pazienti.

Ho voluto creare questa presentazione principalmente con due finalità.
✔️ La prima è fornire in italiano, tramite la mia esperienza diretta, una prima e contenuta panoramica della struttura di AndroidAPS, delle sue funzioni e del suo utilizzo.
✔️ La seconda è condividere i risultati ottenuti utilizzando questo sistema di pancreas artificiale open source.

Utilizzo AndroidAPS dal 2019 e all’inizio non è stato così immediato comprenderne il funzionamento; la documentazione è ampia e bisogna approcciarsi a un modo completamente nuovo e innovativo di gestire il diabete di tipo 1. Le slide, che non sostituiscono in alcun modo la documentazione ufficiale, sono strutturate per fornire un primo “contatto” con il sistema, in relazione alla vita di un paziente diabetico e al suo vissuto, anche clinico. Cosa è AndroidAPS? Cosa serve per iniziare? Si continua con le considerazioni sulla sicurezza, l’interfaccia dell’app e la sua configurazione iniziale, gli algoritmi utilizzati e il loro funzionamento, i pro e i contro del sistema. Si termina con le considerazioni finali tramite il confronto dei risultati ottenuti con quattro diverse terapie nel corso di quasi 20 anni. Chiunque abbia voglia di saperne di più è invitato a documentarsi tramite i canali ufficiali del progetto, linkati all’interno della presentazione.

Marco Perrone

Diabete e bambino. Cosa succede quando mangiamo? La vera storia del cibo dalla bocca agli zuccheri, grazie al lavoro di Fata Insulina.

Da Padre a padre, dico grazie all'autore per aver fatto sorridere la mia bambina. Ci ha relagato uno sprazzo di magia

Ho pianto nel vedere la mia bimba felice  di leggere di una bimba come lei
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Enjoy!

Yagi, il sistema pronto all’uso per monitorare la glicemia da lontano, mette l’orologio!

Ultimi ritocchi per la nuova integrazione di Yagi nella watch face Glance per orologi FitBit.

Negli ultimi mesi ho ricevuto più volte questa domanda: “Ma posso vedere le glicemie di Yagi sull’orologio?”. In effetti no, non si poteva. Notando il reiterarsi della domanda nel tempo, ho impiegato le mie ore libere mettendomi al lavoro su questa nuova funzionalità, sempre gratuita nello stile DeeBee: poter vedere la glicemia di Yagi sull’orologio (collegabile sia a Apple che ad Android) senza nessun tipo di setup. Ebbene, da oggi chi vuole può farlo, anche adesso, utilizzando la nuova versione della watch face Glance per FitBit, già scaricabile e utilizzabile in versione di test.

Clicca qui per scaricare
la watch face Glance per FitBit
(versione di test)

Multiglicemia

Come i nostri lettori già sanno, una delle caratteristiche che rendono Yagi unico, consiste nella sua predisposizione per la “multiglicemia” , grazie a cui il sistema può supportare fino a 4 curve, che possono attingere – dalla stessa nuvola – ognuna una glicemia diversa.

In altre parole, potete spedire e convogliare nello stesso account Yagi fino a 4 curve glicemiche, relative a 4 sensori diversi (anche in marca e modello, volendo). E, all’altro capo di questo filo glicemico immaginario, potrete collegare fino a 4 sveglie glicemiche YagiClock, che mostreranno ognuna la glicemia di un singolo sensore. Anzi, a dirla tutta, potrete collegare tutte le sveglie che vorrete, dicendogli di mostrare la glicemia del sensore desiderato per un massimo di 4 sensori. Per esempio, io ho iniziato con una YagiClock in camera da letto. Poi mia moglie, innamorata della sveglietta, me ne ha chieste altre due: una è nel salotto e l’altra sul mobiletto del bagno, per un totale di 3 sveglie che mostrano la glicemia dello stesso sensore. Senza contare le altre tre che ho nello studio, collegate di volta in volta a sensori differenti, sparsi per l’Italia!

Sempre nell’ottica della versatilità, grazie a questo nuovo sviluppo in fase di test avanzato, potrete visualizzare sullo stesso quadrante del vostro FitBit le glicemie di due persone diverse afferenti alla stessa nuvola Yagi.

Nello stesso orologio visualizza la glicemia di un Medtronic 670G (sistema Yagi) e di un Dexcom G6 (server Dexcom)

Inoltre, grazie al nuovo sviluppo di Glance (progetto gratuito fondato da Ryan Mason per cui ho innestato Yagi) potremo far coesistere anche sistemi di condivisione diversi relativi a più sensori! Per esempio, di una persona che usa Dexcom con Nightscout e l’altra che usa Libre e MiaoMiao con Yagi (come nella foto).

Un backup contro il buio glicemico

Ma ce dell’altro: senza dover installare nessun’app sul follower (Android o Apple che sia) potrete anche decidere di avere la glicemia di uno stesso sensore che viene trasmessa in 2 modi diversi, in modo tale da non rimanere mai “al buio glicemico”. Ad esempio, potrete trasmettere la glicemia di un Dexcom G4, con una singola app che fa da master, ai follower Android e Apple, sia su Yagi che su Nightscout.

Insomma, tante novità, che andranno via via a chiarirsi, mediante i membri della community DeeBee – che utilizzeranno tutto ciò – e le loro domande, con le relative risposte.

Come iniziare

Potrebbe sembrare tutto molto difficile, ma in realtà è tutto molto facile. Infatti, è sufficiente:

  1. Installare l’app Android che preleva le glicemie dal sensore e le spara su Yagi;
  2. Installare il quadrate sul proprio FitBit (Ionic, Versa, Versa 2)
  3. Accedere sul portale Yagi e copiare il proprio Yagi Code;
  4. Incollare lo Yagi Code nelle impostazioni dell’orologio…
  5. … che subito mostrerà la glicemia del sensore, ovunque voi siate (sia che l’orologio sia collegato a un telefono Android che Apple)

In alto i nostri smartwatch!

Fabrizio Casellato

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FreeStyle Libre 2 è pronto all’approdo in Italia

Chi ha l’occhio allenato e l’indole da osservatore, avrà fatto caso che nell’ultimo aggiornamento dell’app ufficiale Abbott FreeStyle LibreLink è inclusa anche la versione FreeStyle Libre 2.
In DeeBee l’avevamo testato già più di un anno fa, quando l’uscita in Italia sembrava imminente. Ora, l’integrazione della seconda versione del sensore nell’app, fa ben sperare.

Come funziona?

Se non fosse per quel piccolo “2” sulla scatola e sui singoli componenti del kit, esternamente la versione di Libre con allarmi sembra identica al suo predecessore.

In caso di valori glicemici alti o bassi rispetto al range, il lettore blu avvisa con un allarme sonoro o vibrazione. Successivamente, ad ogni allarme, bisogna scansionare esattamente come il precedente FreeStyle per sapere la glicemia. La connessione Bluetooth quindi non viene sfruttata per trasmettere i valori glicemici al lettore, ma solo per avvisare.  Lo stesso accade se il lettore resta fuori dalla portata del Bluetooth e non riesce a comunicare con il sensore: avviso sonoro o vibrazione.

Gli allarmi del lettore hanno scarsissima possibilità di personalizzazione: suono alto o basso. Per chi preferisce la discrezione è possibile impostare solo la vibrazione del lettore, ma, come scrive uno dei tester “alla fine il lettore vibrava sempre, spesso quando magari era appoggiato sul tavolo o ero in lontananza, diventando un vero e proprio fastidio, soprattutto mentre ero al lavoro. Alla fine ho disattivato completamente gli allarmi, tornando in pratica alla versione precedente del FreeStyle”.

Posso attivare il sensore Libre 2 con lo smartphone? 

Sì. Esattamente come la precedente versione, in questo caso il sensore verrà letto solo ed esclusivamente dallo smartphone e non più dal lettore. Se gli allarmi li volete sul cellulare, l’unica scelta è l’attivazione del FreeStyle 2 attraverso l’app. Quindi gli allarmi si possono avere o nel lettore o nel cellulare e non in entrambi. 

Cosa succede con i follower?

Lo stesso sensore quindi si potrà usare con il lettore e il cellulare (a scelta uno dei due potrà avere gli allarmi, secondo il dispositivo che è stato usato per attivarlo).

E i follower? Prima di tutto ricordiamo, per chi è alla prima armi, che la glicemia può essere visionata anche a distanza su uno smartphone, via Internet: chi la vedrà – solitamente un genitore T3 o, più in generale un caregiver – è definito follower. Se avete attivato Libre 2 con il cellulare, gli allarmi arriveranno anche ai follower attraverso l’app LibreLinkUp.

FreeStyle Libre 2 è un CGM?

Si definisce CGM (Continuos Glucose Monitoring) un sensore che permette di visionare le glicemie in tempo reale, 24 ore su 24, senza la necessità di utilizzare dispositivi terzi. Ufficialmente FreeStyle Libre non lo è, anche se nel recente accordo con Insulet, il dispositivo viene considerato un vero e proprio CGM.

Quali sono le differenze tra Libre 1 e Libre 2?

Colore del lettore a parte (nero per la prima versione e blu per la seconda), come dicevamo prima, i dispositivi sono identici nell’aspetto e nel packaging.

Le differenze restano nella modalità di trasmissione dei dati (NFC/Bluetooth), nella presenza degli allarmi e nel MARD (Mean Absolute Relative Deviation: è l’indice di errore della lettura glicemica; più è basso, più saranno precise le letture se confrontate con un campione di sangue capillare). Secondo il produttore, la versione FreeStyle Libre 2 presenta un miglioramento anche nell’accuratezza.

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Watlaa, il Duracell degli smartwatch

Abbiamo provato per voi il nuovo Watlaa, lo smartwarch ideato da un finlandese, papà di un bambino affetto da diabete. Il dispositivo è pensato esclusivamente per la lettura rapida dei valori glicemici, collegato direttamente via Bluetooth ad un dispositivo MiaoMiao o Bubble per la lettura del sensore FreeStyle Libre 1.

Confezione e primo utilizzo 

Lo smartwatch arriva in DeeBee per una prova in una confezione bianca ed essenziale. Le istruzioni sono estremamente scarne e rimandano al sito che invece contiene le informazioni necessarie per usare al meglio l’orologio.

Ergonomia e vestibilità

L’orologio viene fornito con un cinturino in tessuto, comodo e traspirante. La chiusura in velcro mantiene una discreta aderenza, anche se l’impressione è che sia più facile che l’orologio possa ruotare intorno al polso rispetto ai cinturini in pelle con chiusura classica ed a quelli in metallo. È comunque possibile sostituirlo con un altro cinturino da 20 mm in modo semplice.

Lo smartwatch non è impermeabile; resiste a sporadici schizzi d’acqua, ma non a immersioni. Lo schermo ha una buona visibilità sia al chiuso che all’aperto, anche grazie alla scelta di usare lo sfondo nero con colori brillanti.

Semplicità

Croce e delizia del Watlaa è l’interfaccia estremamente semplificata, con un solo tasto sulla parte bassa dello schermo. All’inizio l’utilizzo risulta innaturale, simile ai vecchi orologi digitali in cui per cambiare l’ora occorreva premere molte volte e se si superava di un tocco quella desiderata occorreva “fare il giro”.

Incredibilmente, dopo pochi giorni tutto risulta molto fluido, grazie alla selezione minimale delle funzioni e ad una buona organizzazione del menu: 8 tocchi per connettere il MiaoMiao al dispositivo ed avere la prima lettura.

Tutto il menu è navigabile tramite due tipi di tocco: tocco breve per avanzare, tocco lungo (3 secondi) per selezionare. La semplicità ed intuitività delle funzioni è nettamente superiore rispetto ad un classico smartwatch WearOS.

Funzioni

L’orologio permette queste (e solo queste) semplici funzioni:

  • Collegamento Bluetooth a dispositivo
  • Impostazione di allarmi sonori e vibrazioni (soglia basso, soglia alto, perdita connessione Bluetooth) con configurazione intervalli di controllo e snooze
  • Aggiunta di una calibrazione e reset delle calibrazioni
  • Impostazioni varie come ora, luminosità, ecc ..
  • Conteggio passi (che non abbiamo utilizzato)
  • Visualizzazione storico ma a nostro parere troppo povera per essere realmente utile)

Connettività

Punto dolente del dispositivo l’assenza di connessioni verso l’esterno diverse dal Bluetooth.

Vi è la possibilità di connettere un xDrip da cellulare verso l’orologio, facendo leggere al cellulare l’orologio anziché il MiaoMiao con la funzione “Scansione Bluetooth”. Questa funzione permette di avere tutti i valori “rilanciati” anche sul cellulare, e poter così collegare follower, scaricare dati ed altre funzioni che richiedono connettività internet. Per poterla utilizzare occorre aggiornare xdrip+ e Watlaa all’ultima versione.

Durata batteria

Punto forte del dispositivo una durata della batteria ineguagliabile. Lo abbiamo usato per più di una settimana senza arrivare sotto il 30%. Notevole.

App e supporto

Per il momento lo smartwatch supporta xDrip+ e xDrip per iOS e si prevede la possibilità di usarlo anche con Glimp e Diabox .

I dati possono essere memorizzati per un massimo di 30 giorni e successivamente si possono esportare attraverso l’applicazione Watlaa ed altre applicazioni. L’applicazione Watlaa permette inoltre l’aggiornamento del firmware dello smartwatch. Per ora, complice il recente lancio del prodotto, il supporto da parte della ditta consiste nel piccolo manuale d’uso, ai faq del sito e alle varie informazioni nei forum e social.

Per chi comunque ha il cellulare sempre a portata di mano, è possibile collegare xDrip del cellulare alle letture del Watlaa, scaricando i dati da esso o collegando followers.

In sintesi

Pro: durata della batteria, semplicità di utilizzo, focus sulle reali necessità.

Contro: mancanza di connettività diretta per scarico dati ed integrazioni, unico tasto.

Dopo la prova ci sentiamo di poter consigliare questo smartwatch a chi desidera avere le proprie glicemie al polso usando uno strumento che costa poco e ha un semplice utilizzo. Non avendo la possibilità di connettersi alla rete (se non con un smartphone collegato), risulta ovviamente inutilizzabile per i bambini che necessitano di monitoraggio a distanza. Può essere consigliato invece per chi abbia l’esigenza di non avere sempre con sé il cellulare: la connessione diretta al MiaoMiao è possibile anche dai normali smartwatch android con xDrip+, ma richiede un po’ di esperienza e difficilmente la batteria durerà così a lungo. È quindi una valida alternativa agli orologi oggi in voga per la visione della glicemia al polso.

Emanuele Briano

Diabete e bambino. Cosa succede quando mangiamo? La vera storia del cibo dalla bocca agli zuccheri, grazie al lavoro di Fata Insulina.

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