
Le cause della contaminazione microbica nei condizionatori (www.deebee.it)
Il cattivo odore che si sprigionano i condizionatori sono segno evidente della presenza di muffe e batteri all’interno dell’apparecchio.
Durante i periodi di inattività, l’umidità residua all’interno del sistema crea un ambiente ideale per la proliferazione di funghi e batteri. L’ambiente interno del condizionatore è infatti un ecosistema favorevole agli organismi indesiderati: l’oscurità, l’umidità costante e le temperature moderate rappresentano condizioni perfette per la moltiplicazione dei microrganismi. A confermarlo sono anche gli studi dell’Istituto Superiore di Sanità, che sottolineano come la mancanza di una corretta manutenzione favorisca inevitabilmente questa contaminazione, con rischi che superano il semplice fastidio degli odori sgradevoli.
Molti utenti, nonostante la pulizia di filtri e griglie esterne, si ritrovano a dover combattere con il ritorno dei cattivi odori. Questo perché la vera fonte di muffe e batteri si annida in aree difficilmente raggiungibili, come le alette interne, i micro-canali di condensa e i punti di convogliamento dell’aria. Queste zone creano nicchie ecologiche dove i microrganismi trovano rifugio e si moltiplicano. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato come le spore di muffa provenienti dai condizionatori possano provocare problemi respiratori, con particolare rischio per bambini, anziani e persone affette da patologie croniche come l’asma.
Perché la pulizia tradizionale non è sufficiente
Gli strumenti e i prodotti tradizionali per la pulizia, come spugne, panni o detergenti schiumogeni, si rivelano spesso inefficaci. Le spugne non riescono a penetrare negli spazi ristretti tra le alette, mentre i prodotti schiumogeni possono lasciare residui che favoriscono ulteriormente l’accumulo di umidità e sporco. Questo circolo vizioso rende difficile debellare completamente la contaminazione, che si ripresenta con la ripresa dell’uso del condizionatore.

Un’efficace alternativa naturale per la sanificazione del condizionatore è rappresentata dall’olio essenziale di tea tree, noto per le sue proprietà antimicrobiche. Studi condotti dall’Università di Sydney e pubblicati sul Journal of Applied Microbiology hanno dimostrato che i principi attivi del tea tree, tra cui il terpineolo e l’alfa-terpinene, sono in grado di neutralizzare funghi e batteri tipici degli ambienti umidi, come l’Aspergillus niger e il Cladosporium.
Ciò che rende l’olio di tea tree particolarmente adatto è la sua capacità di mantenere l’efficacia antimicrobica anche quando nebulizzato, diffondendosi sotto forma di micro-particelle nell’aria senza lasciare residui oleosi o densi che potrebbero compromettere il funzionamento delle parti tecniche del condizionatore.
Nebulizzazione: il metodo per una sanificazione profonda
L’innovazione nel trattamento dei condizionatori si basa sull’utilizzo di nebulizzatori portatili che miscelano acqua distillata e olio essenziale di tea tree puro, permettendo di raggiungere anche le zone più nascoste del sistema. La preparazione della soluzione prevede l’aggiunta di 6-8 gocce di olio essenziale in un nebulizzatore da 500 ml di acqua distillata.
Il trattamento deve essere preceduto da una pulizia meccanica accurata: i filtri vanno rimossi, lavati con acqua tiepida e sapone neutro, e asciugati completamente. Successivamente si procede con la nebulizzazione, mantenendo una distanza di circa 20 centimetri e concentrandosi sulle aree critiche, quali le alette interne, le bocchette direzionali e il bordo delle ventole, dove spesso si accumula polvere e umidità.
Dopo la nebulizzazione, è fondamentale attivare il condizionatore in modalità ventilazione per almeno 15 minuti, per distribuire uniformemente le particelle antimicrobiche e facilitare l’asciugatura delle superfici trattate, evitando così ristagni che potrebbero compromettere l’efficacia del trattamento.
Secondo le indicazioni dell’Environmental Protection Agency, la prevenzione è la strategia più efficace contro la contaminazione microbica. Il trattamento con olio di tea tree dovrebbe essere integrato in un programma di manutenzione regolare, con una frequenza consigliata di circa un intervento ogni due mesi durante i periodi di utilizzo intensivo. In ambienti particolarmente umidi o in presenza di condizioni favorevoli all’accumulo di vapori, la frequenza può essere incrementata.