Cosa succede se mangi pasta ogni giorno: l’allarme dei medici

Cosa succede se mangi pasta ogni giorno - deebee.it
La pasta è parte essenziale della dieta mediterranea: se ben dosata, non fa ingrassare e protegge da glicemia e colesterolo.
In Italia, la pasta è più di un alimento: è una consuetudine quotidiana, una tradizione che passa da generazioni. Ma c’è ancora chi teme che mangiarla ogni giorno sia nocivo, soprattutto per la linea o per la salute. Una convinzione molto diffusa, che però viene messa in discussione da studi recenti e da esperti come Valentina Galiazzo, nutrizionista e specialista in biochimica clinica. I dati emersi mostrano un quadro ben diverso: se integrata in una dieta bilanciata, la pasta può offrire benefici concreti all’organismo, senza effetti negativi.
La pasta non fa ingrassare: anzi, aiuta il metabolismo se abbinata correttamente
Contrariamente all’idea comune, la pasta non è un nemico della bilancia. A fare la differenza sono quantità e condimenti. In porzioni corrette — intorno ai 70 grammi a pasto — e con ingredienti leggeri, il piatto non solo non compromette la linea, ma può addirittura contribuire al controllo del peso. Questo perché i carboidrati complessi contenuti nella pasta rilasciano energia in modo graduale e prolungato, mantenendo il senso di sazietà più a lungo rispetto agli zuccheri semplici.

Se si sceglie la pasta integrale, l’effetto è ancora più marcato: le fibre contenute migliorano la digestione e regolano il transito intestinale. Secondo diverse ricerche pubblicate negli ultimi anni, chi consuma pasta con frequenza controllata tende ad avere un indice di massa corporea più basso e un minor rischio di patologie croniche. Non si tratta di miracoli ma di equilibrio: un primo piatto ben costruito, con verdure, olio extravergine, legumi o pesce, è nutriente e completo.
Il valore calorico della pasta, spesso temuto, diventa irrilevante se rapportato al fabbisogno energetico giornaliero e, soprattutto, se paragonato ad altri alimenti considerati “light” ma meno sazianti. Un piatto di pasta preparato bene è più soddisfacente, più duraturo nel tempo e più facile da gestire anche nei regimi ipocalorici.
Glicemia, umore e riposo: cosa succede al corpo se mangi pasta ogni sera
Uno dei timori più frequenti è legato ai livelli di zucchero nel sangue, in particolare nei soggetti predisposti al diabete. Ma secondo diversi studi internazionali, un pasto a base di pasta — se accompagnato da alimenti ricchi di fibre e proteine — genera un picco glicemico più contenuto rispetto a pane bianco, riso o patate. Questo avviene perché gli amidi della pasta rilasciano il glucosio lentamente, evitando sbalzi improvvisi.
C’è anche un impatto sul sistema nervoso centrale. La pasta contiene triptofano, un aminoacido che stimola la produzione di serotonina, la cosiddetta “molecola della felicità”. Non è un caso se mangiare pasta la sera, in quantità moderate e con condimenti leggeri, contribuisce a favorire il rilassamento e a migliorare il sonno. In particolare se si evita di abbinarla a salse ricche di formaggi, panna o salumi, che possono appesantire la digestione o aumentare la sete notturna.
La chiave è la composizione del piatto serale: meglio una pasta con verdure grigliate, pesce azzurro o legumi, piuttosto che un sugo carico di sodio e grassi saturi. In questo modo, la cena resta leggera, completa e benefica anche per chi soffre di insonnia lieve o ha un ritmo circadiano alterato. La tradizione del “piatto di pasta serale” trova quindi fondamento anche nella biochimica del corpo umano.
In sintesi, mangiare pasta tutti i giorni non solo è possibile, ma può far bene, se si fa attenzione alla quantità, alla qualità degli ingredienti e alla varietà dei condimenti. Lo dimostrano anche i dati: in Italia il consumo medio pro capite supera i 23 chili all’anno, un record che non sembra destinato a calare. E forse proprio da questo legame quotidiano nasce il vero equilibrio della dieta mediterranea, che resta oggi una delle più studiate e imitate nel mondo.