
Tra i monti di Oliena si nasconde una Sardegna autentica e sorprendente - deebee.it
Nel cuore segreto della Sardegna: Oliena ai piedi del Supramonte, un’esperienza immersiva tra cultura millenaria, ospitalità e paesaggi selvaggi
Appena lasci alle spalle l’aeroporto e ti inoltri verso le pendici del Supramonte, la Sardegna comincia a svelarsi in una forma diversa, più ruvida, vera. Le distese di roccia arida, il giallo dei campi, il blu del cielo che sembra più intenso, il verde scuro dei ginepri: tutto entra negli occhi e nei polmoni, insieme al profumo resinoso e pungente che ti investe appena abbassi il finestrino. Ogliastra e Barbagia non si fanno scoprire subito. Resistono, si lasciano avvicinare con lentezza, ma sanno premiare chi resta. E tra vento caldo, canto di cicale e luce intensa, prende forma un viaggio che è insieme spirituale e concreto, culturale e sensoriale. Un’isola nell’isola, fuori dalle rotte del turismo rapido, dove la storia non è cartolina ma pelle viva.
Ospitalità come atto d’arte: la visione di Su Gologone
Negli anni Sessanta, Peppeddu Palimodde e la moglie Pasqua arrivarono qui, vicino alla sorgente di Su Gologone, per aprire un semplice punto ristoro. Nessun piano turistico, solo l’amore per un luogo. Oggi, quel piccolo sogno è diventato Su Gologone Experience Hotel, tre ettari di vegetazione e identità, guidato dalla figlia Giovanna Palimodde, che ha trasformato l’ospitalità in un progetto d’arte.
Ogni spazio parla della Sardegna. Non ci sono camere uguali: ci sono percorsi che si snodano tra cortili fioriti, scale in pietra e angoli improvvisi. Si dorme in mezzo a costumi antichi, ceramiche, maschere, tele e oggetti quotidiani della cultura sarda. Ogni stanza ha profumi suoi, luci sue, “gallinelle” di Andrea Farci che sbucano con ironia. Le suite Art Studio offrono colori e pennelli per chi vuole creare. La collezione privata di arte sarda del Novecento è aperta a chiunque voglia visitarla, anche senza prenotare. “L’arte è per tutti”, dice Giovanna, e qui l’accoglienza passa anche da un piatto di nespole appena colte, offerto senza cerimonie in un pomeriggio qualunque.

Dalle Botteghe Su Gologone, nate nelle vecchie scuderie, si può partecipare a laboratori di ricamo, ceramica, pittura. Gli oggetti in vendita raccontano la Barbagia attraverso ricami di Oliena, disegni originali, sapienza femminile tramandata con orgoglio.
Tra cibo, acqua e vento: vivere la Sardegna dentro e fuori l’hotel
A Su Gologone, anche il cibo è cultura. Il ristorante tipico celebra la tradizione con piatti come i culurgiones, i maccarones de busa, il filindeu citato da Grazia Deledda, il porcetto cotto al camino, i cervellini fritti per chi cerca sapori forti e dimenticati. Ogni pietanza è introdotta da un racconto. Giovanna passa tra i tavoli, narra leggende e frammenti di storia, trasforma una cena in un rito.
E poi ci sono le esperienze. Corsi di cucina, yoga al tramonto sulla Terrazza dei Desideri, massaggi, ceramica con Maria Serci, dove si impara a rallentare. E fuori dall’hotel, le escursioni: fino a Tiscali, il villaggio nuragico nascosto in una dolina invisibile, o la grotta Corbeddu, rifugio del leggendario bandito gentiluomo.
Oppure si raggiungono spiagge tra le più belle del Mediterraneo: Cala Gonone, Cala Cartoe, Cala Luna, Cala Mariolu. Sabbia chiara, acqua che cambia colore a ogni ora, vegetazione fitta e selvaggia.
Ma il cuore resta l’acqua. Quella che sgorga a 500 metri dall’hotel, nella sorgente carsica di Su Gologone, un lago nascosto tra pareti dolomitiche, dove si incontrano la luce e un fiume sotterraneo. Gli speleologi hanno dimostrato che nasce molto lontano, risale dal Supramonte, dopo chilometri invisibili sotto terra.
Quel “glu glu”, da cui il luogo prende nome, accompagna ogni passo. L’acqua irrora orti, spa, cucine, piscina. Scorre, canta, racconta. Pagaiando tra le sorgenti in kayak, camminando nei sentieri tra rosmarino, lentisco, bonsai naturali, si capisce perché certi posti non si possono spiegare, si devono vivere.